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Gli acari sono tra gli esseri viventi più antichi del pianeta; piccoli artropodi, possiedono un esoscheletro caratterizzato da scarsa segmentazione (al contrario degli insetti) ed otto paia di zampe nelle loro forme adulte.
Sono talmente piccoli che, di regola, non possono essere visti chiaramente ad occhio nudo ma solamente con l'ausilio di un microscopio o - nelle specie di più grandi dimensioni - con una lente di ingrandimento; i maschi sono più piccoli rispetto alle femmine.
Dalle uova di questi parassiti - che hanno un'aspettativa di vita che oscilla tra i due ed i quattro mesi - escono dapprima delle larve esapodi che, attraverso varie mute, si trasformano dapprima in ninfe ottopodi, quindi in adulto; questo ciclo si compie in due/tre settimane.
Il loro apparato respirtorio é atrofico e la respirazione avviene attraverso la cute.
In generale gli acari sono molto tolleranti alle condizioni disagiate: essi difatti sono in grado di sopportare ampie variazioni di temperatura e di umidità anche se, normalmente, i valori ottimali si assestano rispettivamente intorno ai 20 - 25°C e 75%; sia le larve che gli adulti possono sopravvivere a lunghi periodi di digiuno;
di seguito alcune delle parassitosi da acari più frequenti nel pollame.

ROGNA DEI TARSI
Questo tipo di parassitosi é provocata nel pollo da un minuscolo acaro, knemidokoptes mutans, ed é particolarmente diffusa nei piccoli allevamenti rurali.
Sono colpiti più facilmente gli animali meno giovani, probabilmente a casua della minore compattezza ed idratazione delle squame dei loro tarsi che aiuta l'insediamento di questi minuscoli "mostri" Arrabbiato
eccoli qua:
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Questo invece l'aspetto che hanno i tarsi di un pollo colpito da rogna


La rogna "cnemidocoptica" (da Knemidokoptidae, la famiglia di acari che la provoca), determina un'importante proliferazione epidermica accompagnata da un'abnorme sviluppo dello strato corneo della cute (1); ne risulta un caratteristico tessuto alveolare nel quale i parassiti albergano.
Nello specifico il contagio da Knemidokoptes mutans avviene tramite il contatto diretto e più raramente attraverso il materiale crostoso contenente gli acari. (2)
Gli animali colpiti presentano squame dei tarsi inizialmente meno compatte, che si distaccano progressivamente dal derma; sotto alle squame si presentano formazioni crostose, a volte polverulente; Staccando tali croste, l'arto normalmente sanguina. I soggetti colpiti possono evidenziare difficoltà di deambulazione, zoppie ed un generale scadimento dello stato fisico e dell'umore.
Il trattamento di questa parassitosi é abbastanza agevole, le metodologie impiegabili varie:
- Alcuni cospargono i tarsi degli animali colpiti con sostanze untuose; strutto, olio di oliva, vasellina, addirittura gasolio Indeciso. Il grasso così depositato sulla cute dei parassiti, impedirebbe loro di respirare causandone la moste per asfissia
- altri utilizzano antiparassitari specifici, ad esempio l'Ivermectina ed altre sostanze ad essa assimilabili, direttamente sulle parti colpite; il problema in questo caso é però il rispetto dei dosaggi, reso molto difficile se non impossibile dalla natura e tipologia delle lesioni: le croste presenti sui tarsi difatti tendono ad assorbire molto prodotto...spesso troppo! L'ivermectina oltretutto non andrebbe mai usata pura ma diluita in glicole propilenico nella proporzione 1/10.
Allorquando le croste siano parecchio spesse, sarebbe opportuno rimuoverle prima di effettuare il trattamento; tale operazione ovviamente non può essere fatta "a secco": le croste difatti dovrebbero essere ammorbidite e staccate via, per quanto possibile, senza far sanguinare la pelle sottostante.

Personalmente quando ho avuto il problema io ho proceduto nel modo seguente.
1) ho sfregato i tarsi colpiti con uno spazzolino da denti vecchio sotto all'acqua ben calda (non bollente!) togliendo via le croste che si staccavano agevolmente ed insistendo particolarmente sotto alle squame alzate;
2) ho cosparso i tarsi così lavati di vasellina;
3) ho lasciato agire la vasellina tutta la notte ed il giorno successivo; alla sera seguente ho di nuovo spazzolato i tarsi togliendo le croste rimaste, oramai ammorbidite;
4) ho bene asciugato i tarsi e li ho quindi cosparsi di una pomata antiscabbia ad uso umano (antiscabbia Candioli)
5) ho ripetuto il trattamento con la sola pomata antiscabbia a distanza di 10 - 15 giorni dal primo trattamento.


ACAROSI DERMANISSICA

Si tratta della più diffusa infestazione da acari rinvenibile nei nostri pollai; é provocata da un acaro ematofago che si chiama "Dermanyssus gallinae" - talvolta impropriamente indicato come "pidocchio rosso" - che é anche uno dei pochi agevolmente visibili ad occhio nudo dato che misura all'incirca 1 millimetro.
Il Dermanyssus colpisce indiscriminatamente tutti gli uccelli ed - occasionalmente - può parassitare anche l'uomo ed altri mammiferi; il suo colore, normalmente grigiastro, vira in rosso acceso dopo il suo pasto a base di sangue.
Vive normalmente lontano dall'ospite, con il quale entra in contatto solamente per nutrirsi; caratterizzato da una notevole brevità del ciclo biologico, si riproduce in modo velocissimo, colonizzando in breve tempo crepe ed interstizi dei pollai, punti di intersezione delle attrezzature avicole, lettiera, nidi, posatoi.
Eccolo qui! Indeciso


Questi parassiti, attivi prevalentemente di notte, hanno un ciclo favorito da condizioni climatiche caldo umide, il che non toglie tuttavia, che in zone dal clima particolarmente mite, essi possano essere molto diffusi perfino in pieno inverno.
La femmina depone le sue uova ad uno o due giorni dal suo ultimo pasto di sangue in un anfratto vicino all'ospite prescelto; con una temperatura di 27 - 28 °C, le uova schiudono in un paio di giorni, lo stato larvale dura un giorno, quello ninfale 5 o 6 . In totale dunque, lo sviluppo di questo minuscolo artropode da uovo ad adulto, prende l'arco di una sola settimana.
La sua caratteristica più stupefacente é la prolungata sopravvivenza al digiuno: possono attendere mesi prima di nutrirsi nuovamente; anche le loro uova che appaiono come una fine polvere grigia, sono estremamente resistenti alle temperature ed ai comuni detergenti.  
Identificare l'infestazione per tempo é comunque abbastanza semplice; il mio consiglio é quello di recarsi periodicamente nel pollaio di notte per ispezionare i posatoi: se vedete che gli animali, invece di dormire, sono intenti a grattarsi ed a frugarsi le piume furiosamente, potete essere praticamente certi che il Dermanisso c'é. Un rapido sguardo accanto ai tarsi delle vostre bestiole e li vedrete!
Con un po' di "occhio", é possibile rendersi conto che i vostri polli hanno questo problema anche semplicemente osservandoli: gli animali colpiti appaiono difatti sovente anemici e smagriti.
L'intenso prurito ed i continui "salassi", provocano loro un intenso stress indebolendoli progressivamente: si può notare una brusca diminuzione dell'ovodeposizione fino al completo arresto e possono anche verificarsi alcuni casi di mortalità aspecifica.
Può accadere anche che i polli si mostrino inspiegabilmete in preda a fatti eccitativi: capita ad esempio, che appena messo piede nel pollaio ne fuggano via immediatamente starnazzando allarmati, come se fossero spaventati da qualcosa di terribile che però voi... non vedete!! Arrabbiato; provandovi allora ad entrare e sostare nel pollaio qualche istante, facilmente potrete accorgervi che le vostre scarpe pullulano di questi minuscoli parassiti, segno che la lettiera ne é completamente infestata! Del pari, appoggiando una mano su un muro, o su di una gabbia, vedrete immediatamente decine di parassiti salirvi sopra, attratti irresistibilmente dal calore corporeo.
E' possibile sospettare un'infestazione massiccia anche qualora i polli, normalmente abituati a rientrare all'imbrunire nei loro ricoveri, si mostrino invece improvvisamente indecisi o restii, infine optando per il reperire un qualsivoglia posatoio di fortuna all'esterno del pollaio.
Cosa fare una volta scoperto che il vostro pollaio é infestato?
Innanzitutto aspettarsi una discreta mole di lavoro! Linguaccia
Sarà bene innanzitutto rimuovere completamente la lettiera, le attrezzature, i nidi, i posatoi; si dovrà fare attenzione a togliere con il raschietto anche ogni traccia di feci rinsecchite e pressate sul pavimento e altre superfici (i parassiti ci si nascondono sotto).
Una volta vuotato tutto...
Lo vedete questo?
E' un cannello normalmente utilizzato per la saldatura delle guaine bituminose, si attacca ad una normale bombola di gas.
Ebbene sarà lui il vostro migliore amico nell'operazione DISINFESTAZIONE Occhiolino.
Rassegnatevi ad apparire un po' come dei "ghostbusters"IMPROVVISATI  e procedete a fiammeggiare OGNI COSA.
Muri e relative crepe, pavimento e relative fughe, soffitti ed eventuali e relativi travi, posatoi inamovibili, infissi. Certo non su tutti i materiali é possibile insistere molto. Per materiali poco resistenti come il legno, dare una passata rapida nei punti critici e, dopo qualche istante, profittare del fuggi fuggi generale per ridarne un'altra e così via.
Occorrerà ovviamente dare fuoco anche alla lettiera asportata dal pollaio o dal ricovero, adottando tutte le dovute cautele: ricordiamoci difatti che le uova sono resistentissime anche agli agenti atmosferici e che dunque in breve tempo potremmo ritrovarci con una nuova infestazione.
Molti provvedono a trattare pollaio e suppellettili varie con soluzioni acaricide anche ad effetto residuale ma spesso questi prodotti non sono pienamente efficaci né sugli adulti né sulle uova. Personalmente ne ho provati diversi di marche assai note senza rimanere mai completamente soddisfatte.
Recentemente mi hanno tuttavia parlato molto bene di un preparato liquido in particolare che si chiama "Nexa formiche" (a base di fipronil) ma non riuscendo a reperirlo facilmente nella mia città, non ho potuto personalmente "testarlo" quindi non posso che riportarvi la voce di un'ottima efficacia.
Personalmente nel corso di queste infestazioni, oltre a disinfestare la struttura, ho sempre trattato anche gli animali con un antiparassitario; ne esistono vari allo scopo ma, dopo aver visto che un veterinario impiegava per i suoi polli il Frontline o il Frontline combo spot-on per cani opportunamente dosandolo a seconda del peso dell'animale, ho optato anche io per questa soluzione, anche in virtù del tempo prolungato di copertura che questi prodotti garantiscono (normalmente tre mesi)!
Sia il Frontline che il Frontline combo - che a differenza del primo ha anche l'effetto di disinfestare dagli ospiti indesiderati l'ambiente ove l'animale soggiorna - vengono da tempo normalmente usati in ornitologia; é tuttavia da precisare che entrambi non prevedono gli avicoli ed i volatili in genere come specie di destinazione e che dunque, il loro impiego su questi animali, si configura come uso improprio.
Nonostante varie ricerche espletate sul web, non sono riuscita ancora a reperire nulla di scientifico circa eventuali residui dei loro principi attivi in carni e uova, quindi questo aspetto rimane un po' un'incognita.
Nel mio caso , essendo i miei polli solo animali da compagnia, riguardo alla carne non mi sono posta il problema; per consumare le uova invece, ho preferito aspettare una decina di giorni dall'applicazione.
Come fare materialmente il trattamento con frontline o con frontline combo?
Avendo molti polli, normalmente acquisto le confezioni per i cani di taglia molto grande procedendo poi a dosarne il relativo contenuto con l'aiuto di una siringa da 1ml.
La dose utile é 0,067 per ogni kg di peso ed é bene distribuire il prodotto, intorno alla cloaca e dietro al collo del volatile, tra le scapole.
L'effetto non é mai istantaneo ma si estende nell'arco di circa due o tre giorni: per questo, in caso di grandi infestazioni, é molto importante disinfestare prima il pollaio eliminando il maggior quantitativo possibile di parassiti, quindi procedere all'applicazione dell'antiparassitario sull'animale. Se, viceversa, ci si limita a trattare solamente gli animali, sarà molto facile che nel breve lasso di tempo necessario al prodotto per agire, molti di loro si indeboliscano troppo finendo anche con il morire.
Il dermanyssus é particolarmente pericoloso per le chiocce in cova (che durante la bella stagione dovrebbero dunque essere tenute sotto controllo): talune di esse - soprattutto tra le razze più propense - si dimostrano difatti talmente tenaci e caparbie nel voler restar sedute sopra al loro tesoro nonostante il tormento da...rimetterci le penne Piango!!
Si rimane davvero male a scoprire una eroica chioccina morta sopra alle proprie uova oramai fredde! Fate attenzione!
Molto meglio trattarla con l'antiparassitario appena ci si accorge che sta covando.
Alcuni sostengono che aggiungere del tabacco da pipa nel nido costituisca una buona prevenzione: io non ho mai provato questo sistema, so però che con il tabacco é possibile preparare un buon insetticida che, in quanto efficace sul ragnetto rosso delle piante, probabilmente non sarà gradito neppure al nostro dermanisso...aracnide pure lui.
Per chi voglia provare, si deve mettere a macerare in un litro d'acqua il tabacco di sei sigarette per 48 ore; l'acqua ben presto diverrà brunastra.
Trascorso il tempo dovuto, si procederà a filtrare il liquido per eliminare i residui più grossi e lo si trasferirà in un nebulizzatore, con il quale sarà possibile irrorare periodicamente le superfici che più interessano, nidi compresi (senza inzupparli mi raccomando!!).